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Storia e origine del Cane Lupo di Saarloos

Gerard e Fleur
Gerard van de Fransenum & Fleur Wolvin

Nel 1923 "Leendert Saarloos" fece accoppiare per la prima volta, un Pastore tedesco con una lupa. Ripetendo l’incrocio arrivò ad ottenere 28 cuccioli, ma solo tre furono giudicati idonei a diventare i progenitori di una razza, che fosse esente da sintomi degenerativi, in stretta relazione con le convinzioni di Leendert Saarloos. Cuoco di professione, lavorava in una compagnia di navigazione. Quando la sua nave giungeva in un porto sbarcava e si recava all’interno del Paese per esplorare le campagne e studiare la fauna selvatica.
Un bel giorno lasciò il mare ed andò a lavorare in un’officina elettrotecnica ed iniziò l’allevamento di diverse specie di animali. Il terreno circostante la sua casa era affollato di lupi, volpi, sciacalli, scimmie, gatti; c’era anche un leone.

Le conoscenze di genetica che Leendert possedeva lo portarono a tentare, fra le altre cose, un incrocio tra uno sciacallo ed uno Spitz. Ottenne risultati soddisfacenti fino al 1969, anno della sua morte.
I suoi collaboratori, però, non conoscevano bene i segreti del suo lavoro e quando si arrivò all’ottava generazione si scoprì che ci si trovava in presenza di esemplari infecondi. Così non fu possibile continuare a far riprodurre i suoi animali. Saarloos fu quasi ossessionato dall’idea dell’incrocio fra lupo e cane e portò avanti ostinatamente i suoi tentativi. Quando finalmente ottenne esemplari geneticamente stabili, il dottor Van Lochum, direttore del Biwnengasthuis, un ospedale di Amsterdam, andò a vederli.
A quell’epoca il dottor Van Lochum stava compiendo uno studio sugli effetti del fattore Rhesus dell’uomo. Secondo lui l’alto indice di mortalità tra i cuccioli era dovuto ad una forte endogamia. Saarloos era di avviso contrario ed attribuiva la mortalità a problemi di nutrizione e allo stato di cattività.
Le analisi del sangue dettero ragione a Saarloos, dimostrando che la nuova razza era esente dal fattore Rhesus. Nei 40 anni che precedettero la sua morte, Leendert creò un buon numero di cani lupo europei; così erano chiamati allora questi cani. Selezionò e mescolò le qualità del cane domestico e quelle del lupo selvatico, nell’intento di ottenere un lupo che fosse amico dell’uomo. Oltre che sulla selezione di carattere, puntò sulla selezione morfologica.

Leendert Saarloos con Yro
Leendert Saarloos con Yro

Durante la guerra parecchie razze furono riconosciute ufficialmente; fra queste il “Drentse Spaniel”, lo “Staby Dog” e il “Wetterhiund”. Fu a quell’epoca che il Saarloos ricevette la visita di una rappresentanza di una commissione incaricata di accertare le condizioni necessarie al riconoscimento.

Nonostante i cani fossero tutti facilmente identificabili, gli incroci avvenissero sotto stretto controllo e il sistema di registrazione fosse perfetto, i membri del comitato restarono negativamente impressionati da altre circostanze. Un chiasso assordante prodotto da cani lupo, volpi, sciacalli, scimmie, dal leone e da altri animali; il cattivo odore del cibo mescolato mescolato a quello penetrante degli animali, non costituirono un buon biglietto da visita agli occhi della delegazione. Si aggiunga che a quel tempo la stampa si era accanita contro i cani lupo, accusandoli di essere pericolosi.

Nonostante tutte le difficoltà degli anni di guerra, Saarloos riuscì ad andare avanti con 30 o 40 esemplari e lavorò per consolidare la stabilità già ottenuta. Il cane da lui creato non poteva certo essere considerato un super cane da difesa. Il lupo è per natura sospettoso, conduce vita appartata e preferisce fuggire piuttosto che attaccare; non dimostra aggressività nei confronti dell’uomo o degli altri cani lupo. Durante la guerra fu proprio questa mancanza di aggressività a salvare la vita ai cani di Saarloos. Un ufficiale tedesco aveva manifestato l’intenzione di requisirli e di portarli sul fronte orientale per impiegarli in attività belliche, ma quando sparò un colpo di pistola per metterli alla prova i cani si diedero alla fuga.

D’altra parte questo loro carattere presenta anche aspetti positivi: la diffidenza ereditaria dai lupi rende i Saarloos Wolfhound estremamente prudenti su terreni sconosciuti e ciò fa di loro cani particolarmente adatti alla giuda dei ciechi. Durante gli anni Cinquanta molti esemplari di questa razza furono addestrati a questo scopo. Le grandi somme di denaro necessarie per l’addestramento erano messe a disposizione dai numerosi amici di Saarloos. Negli anni Sessanta il cane lupo di Saarloos divenne noto come cane da soccorso del Bescherming Burgerbevolking, la protezione civile olandese. Con la trasformazione dell’antica associazione in una vera e propria società specifica di razza, il lupo di Saarloos, dopo un fase di declino, ha avuto una sorta di rinascita.

La società di razza è composta da una direzione e da un comitato di vigilanza che, sulla base dei dati raccolti e annotati da Leendert Saarloos nei suoi primi anni di attività, controlla che la riproduzione avvenga in modo corretto e responsabile. I cuccioli sono seguiti dalla società con la più grande attenzione per garantire le generazioni future e mantenere la razza al più alto livello possibile. Finora gli sforzi sembrano essere stati coronati da un buon successo.Il riconoscimento ufficiale della razza ha consentito ai proprietari di esemplari di Saarloos Wolfhound di presentarli alle esposizioni e ciò ha accresciuto l’interesse del pubblico intorno a questi cani. In Italia, nel 1966, il dottor Mario Messi di Torino ha iniziò un’analoga sperimentazione, accoppiando una femmina di lupo proveniente dall’alto Lazio con un Pastore tedesco. Da allora, molti altri esemplari sono stati creati nei canili del dott. Messi, che ha fondato anche l’associazione “Selezione originale di Lupi italiani”.

a cura di Sara R. Dioguardi

Lastro van de Kilstroom
Lastro van de Kilstroom

Leendert Saarloos con Fleur e Gerard
Leendert Saarloos con Fleur e Gerard

Leendert Saarloos
Leendert Saarloos

tomba di Gerard e Fleur
Tomba di Gerard e Fleur

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