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Alimentazione del lupo

alimentazione del lupo


Un gran numero di studi, condotti soprattutto nel Nord America, hanno descritto le abitudini alimentari del lupo (Thompson, 1952; Pulliainen, 1965; Mech, 1966a; Mech, 1977; Mech e Karns, 1977; Fritts e Mech, 1981; Bergerud et al., 1983; Bergerud e Ballard, 1988; Boutin, 1992; Thurber e Peterson, 1993).

Nonostante una spiccata predilezione per gli ungulati, il Lupo non disdegna anche altri tipi di prede, come Lagomorfi, Micromammiferi e altri vertebrati (Mech, 1966b; Fritts e Mech, 1981; Fuller, 1989; Meriggi et al., 1991; Jhala, 1993). In quasi tutto l’areale di distribuzione del Lupo, gli ungulati sono in numero tale da sostenerne la popolazione, fanno eccezione alcune zone del bacino del Mediterraneo come Italia e Spagna. In queste zone, dal dopoguerra alla metà degli anni ‘70, le popolazioni di ungulati selvatici hanno subito una drastica diminuzione in seguito ad una prolungata pressione venatoria ed al massiccio sfruttamento del territorio; questi territori sono stati usati tradizionalmente per l’allevamento di bestiame domestico, che in molte zone montane ha rappresentato l’attività economica prevalente. In queste condizioni il Lupo si è progressivamente adattato all’utilizzo del bestiame e di altre risorse alimentari, come i frutti (Meriggi et al.; 1991) ed i rifiuti urbani (Boitani, 1986; Reig et al., 1985; Salvador e Abad, 1987). Numerosi studi effettuati nell’Appennino centrale (Zimen e Boitani, 1975; Boitani, 1986; Patalano e Lovari 1993) hanno attribuito alle discariche un ruolo importante per la sopravvivenza del Lupo. Tale ruolo appare invece assai meno determinante nell’Appennino settentrionale dove i rifiuti o non compaiono affatto nella dieta del Lupo, o ne costituiscono solo una minima parte (Matteucci, 1987; Matteucci et al., 1994; Mattioli et al., 1995; Meriggi et al., 1996; Meriggi e Lovari, 1997).

alimentazione del lupo

Già in precedenza era stato dimostrato come ambienti molto antropizzati o specializzati potessero indurre marcate modificazioni nelle abitudini alimentari del Lupo (Mech, 1977; Guitan et al., 1979). In assenza di prede selvatiche aumenta la pressione predatoria esercitata dal Lupo sul bestiame domestico, nonostante la protezione e il controllo da parte dell’uomo anche con l’uso di cani da pastore, causando spesso un aumento dei casi di uccisione illegale. Nell’ultimo decennio, almeno nell’Italia settentrionale, si è assistito a un notevole incremento della popolazione di ungulati selvatici e si sono create le condizioni per il ritorno del Lupo ad un ruolo ecologico più naturale. Recenti studi sull’alimentazione del lupo nell’Appennino settentrionale (Meriggi et al., 1993) hanno evidenziato che le predazioni su ungulati domestici e selvatici sono inversamente correlate, dato confermato anche per altre aree mediterranee (Meriggi e Lovari, 1997). In zone con alte densità di ungulati selvatici la predazione su ungulati domestici è risultata mediamente bassa o trascurabile (Matteucci et al., 1986; Matteucci, 1992; Matteucci et al., 1994; Mattioli et al., 1996).

branco di lupi

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