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Storia del Lupo italiano
Capostipite della razza può essere considerato un cucciolo maschio (Zorro) nato nel 1966 dall'incrocio di un pastore tedesco con una delle ultime lupe selvatiche provenienti dall'Appennino dell'alto Lazio. A partire dal fortunato incrocio furono fissate le caratteristiche intermedie cosicché oggi nella razza coesistono armonicamente le qualità domestiche del cane accanto alle superiori caratteristiche fisiche e comportamentali del lupo. Utilizzato in numero consistente per compiti di soccorso dal Gruppo Cinofilo del Corpo Forestale dello Stato, guardia del corpo del noto ufficiale delle "teste di cuoio" Ultimo, impegnato con successo nella ricerca di droga ed esplosivi, il lupo italiano rischia l'estinzione per l'assoluta mancanza di fondi. Infatti al decreto presidenziale che ne ha vietata la vendita non sono seguiti provvedimenti economici concreti e la sopravvivenza della razza, che oggi conta circa 650 esemplari, è affidata quasi esclusivamente a finanziamenti privati. Da alcuni anni questa difficoltà a sostenere l'allevamento del lupo italiano ha condotto l'ETLI a cedere sempre più spesso esemplari in affidamento gratuito (secondo un protocollo ufficiale) presso enti, associazioni o persone che si impegnino ad utilizzarli per scopi di interesse pubblico (come in compiti di soccorso sotto valanghe o macerie, ricerca di persone disperse, antibracconaggio, pet therapy, sport, ecc.).
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