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Lupi grigi, Bush: «Riaprire la caccia». Gli animalisti: «Rischio estinzione»
L'amministrazione spalleggia cacciatori e allevatori: «Si sono moltiplicati e sono un pericolo, bisogna fermarli»

Tratto da: www.corriere.it

lupo grigio

Il lupo grigio, tra i protagonisti dell'epopea del West

WASHINGTON – E’ braccio di ferro sui leggendari lupi grigi delle Montagne rocciose tra l’amministrazione Bush e gli animalisti e gli ambientalisti americani. Secondo il «Fish and Wildlife Service», i lupi grigi, di cui nel ’95 erano rimasti pochissimi esemplari, si sono moltiplicati, non sono più una specie in via di estinzione, e si può dare loro la caccia. Secondo i suoi critici, invece, i lupi grigi, che furono tra i protagonisti dell’epopea del West, rischiano ancora di scomparire e vanno protetti. Il braccio di ferro incominciò un anno fa e fu sospeso a luglio, quando gli animalisti ottennero dal Tribunale federale di Washington un’ingiunzione contro il «Fish and Wildlife Service» che non riaprisse la caccia. Ma è ripreso questo weekend, con l’annuncio dell’amministrazione Bush che presenterà ricorso, appoggiata dagli allevatori di bestiame ovini in particolare, oltre che dai cacciatori.

In America, i lupi grigi sono quasi animali mitologici. Nel parco di Yellowstone, tra il Wyoming e il Montana, dove se ne trovano circa 350, ogni anno decine di migliaia di persone li studiano e ne seguono gli spostamenti con potenti cannocchiali. Il parco è dominato da due branchi, il branco di Druid Peak e il branco di Slough Creek, spesso in guerra tra di loro. Nelle Montagne rocciose del nord, i lupi grigi sono poco più di 1.500, un numero che diminuisce lievemente d’inverno a causa della mancanza del gelo e della mancanza di cibo. Ma stando al «Fish and Wildlife Service», è un tetto che non deve essere superato perché per nutrirsi i lupi grigi attaccano il bestiame d’allevamento, i cervi, gli alci, e altra selvaggina, arrecando danni economici agli allevatori e alterando l’equilibrio naturale. «In media i lupi grigi crescono del 24 per cento all’anno», dichiarano i portavoce. «L’unico modo di fermarli è la caccia».

Ed Bang, un leader ambientalista e animalista, lo contesta. Nel ‘95, ricorda, i lupi grigi erano quasi estinti. E dalle statistiche, aggiunge, oggi un quarto di loro muore entro il primo anno: «Su 100 che superano i sei mesi di età, ne sopravvivono appena 74 – 75 in media, perché alcuni vengono uccisi dai cacciatori di frodo o, se attaccano gli ovini e i bovini, dagli allevatori di bestiame, o anche dalle malattie e dalla fame». Doug Smith, un altro animalista, spiega che spesso i lupi grigi contraggono le malattie dai cani, e ritiene che ci sia una selezione naturale. «Il pubblico è dalla nostra parte - conclude -, se si aprisse la caccia la boicotterebbe. Preservare i lupi grigi è un dovere, come lo è preservare i mustang i cavalli selvaggi delle praterie. Fanno parte della nostra storia».

Sono d’accordo in maggioranza i Rangers o guardie forestali di Yellowstone. Ma l’Associazione della caccia e l’Associazione degli allevatori di bestiame sono pronte a dare battaglia. Bruce Malcolm, che ha una azienda agricola a Paradise valley, vicino al parco, ammonisce che «i lupi grigi sono dei predatori, non degli animaletti domestici, come si racconta erroneamente ai bambini». A suo giudizio «metterli su un piedestallo, come i mustang o i bisonti, è pericoloso». Malcom rileva che un’alta percentuale di mustang viene rinchiusa in apposite tenute e che è permessa la caccia ai bisonti, sia pure limitata.

Ennio Caretto - 26 ottobre 2008 - www.corriere.it

 

 

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