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In Mugello la sua presenza è in forte crescita Il lupo abita qui Quando intorno al 1930 venne ucciso "uno degli ultimi lupi" nei pressi di Firenzuola, la popolazione locale fu talmente contenta che fece impagliare l'animale, e questo, issato sopra un palo, venne portato a giro per casolari e paesi, ricevendo offerte e doni. In realtà non si trattava dell'ultimo lupo, in quanto altre segnalazioni testimoniano che nei boschi del Mugello e del Casentino, il lupo è rimasto presente, seppur con densità estremamente ridotte, durante tutto l'ultimo secolo. Con l'abbandono delle montagne da parte delle popolazioni locali e con la ricomparsa delle prede selvatiche (daino, capriolo, cinghiale ecc.), la popolazione di lupi ha avuto negli ultimi venti anni una notevole ripresa e la presenza del predatore è ormai segnalata su tutto l'Appennino e in alcuni settori delle Alpi, da cui era veramente scomparso intorno agli anni venti. La dieta del lupo può essere molto varia e comprendere animali selvatici, domestici, ma anche rifiuti provenienti da discariche, frutta e vegetali. Nella provincia di Firenze, dove è in corso dal 1993 una specifica ricerca, grazie all'Amministrazione provinciale, la dieta è basata in modo quasi esclusivo su animali selvatici (daino, cinghiale e capriolo), che vengono predati, con un morso alla zona tracheale od ai quarti posteriori. In molti casi succede che i lupi nascondano i resti della carcassa sottoterra, per poi tornare a rosicchiarla nei periodi di magra. Il lupo è un animale timoroso e con sensi molto sviluppati. Per questo è molto difficile avvistarlo, ed in caso di incontro fortuito, non è necessario avere paura: nell'ultimo secolo non esistono segnalazioni circostanziate di aggressione del lupo sull'uomo. Nelle nostre zone i lupi non formano branchi numerosi: la struttura del gruppo famigliare, composto dai genitori e dai piccoli dell'anno è quella che meglio si adatta alla caccia degli ungulati. All'interno del gruppo famigliare soltanto una coppia si riproduce, sempre che abbia cibo a sufficienza, ed è per questo che la crescita numerica dei lupi è limitata alla disponibilità di prede. A volte i cuccioli possono rimanere all'interno del gruppo familiare per più stagioni, ed in questo caso partecipano attivamente alla cura e all'allevamento dei nuovi cuccioli. Durante il periodo tardo invernale o a fine estate è possibile ascoltare ululati spontanei di lupi: questi servono per delimitare il proprio territorio, proprio come gli escrementi che si possono rinvenire sulle strade forestali dell'Appennino. Gli escrementi, posti generalmente in prossimità di bivi o di valichi, si presentano come delle matasse di pelo e ossa, lunghe 15-30 cm per 23 di diametro. E' praticamente quello che non viene digerito della preda consumata. E' importante non toccarle, in quanto possono trasmettere malattie anche gravi. Chi percorresse i sentieri dell'Appennino tra qualche mese, con la neve, può trovare delle impronte di lupo. Queste sono del tutto simili a quelle di un cane di grossa taglia e solo una osservazione attenta può svelarci a quanti e quali animali appartiene. Testo a cura di Duccio Berzi per l'Osservatorio Naturalistico Mugellano
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