Il lupo nell' Appennino
Il Lupo Italiano nell' Appennino del Lazio e dell' Abruzzo
a cura del Dott. Giorgio Boscagli
Contrariamente ad altri settori della Catena Appenninica, dove si sono verificati periodi di assenza della specie anche per molti decenni prima dell'inizio dei processi di ricolonizzazione naturale successivi agli anni '70, il lupo è stato considerato sostanzialmente sempre presente in tutta l'area dell' Appennino centrale.
Osservando da un punto di vista morfologico e orografico l'area delle Montagne della Duchessa e gli ambienti circostanti (conca aquilana, piana del Fucino) appare assolutamente evidente la funzione di ponte naturale di congiunzione fra gruppo del Velino-Sirente (Abruzzo) e le montagne dell'alto Lazio (Monti Reatini, gruppo del Terminillo) da una parte, e con i Monti Simbruini attraverso la Val di Varri dall' altra.
Ci si rende infine conto che, tenendo ben presente le caratteristiche di eco-etologia e di modalità dell'uso del territorio del Canis Lupus l'area si presenta come una di quelle dove possono anche verificarsi brevi periodi di assenza (tenendo anche conto delle sue ridotte dimensioni), ma fino a quando esisteranno dei riproduttori sull'uno o l'altro versante del "ponte" sarà ben difficile ipotizzare aree diverse di transito per gli esemplari giovani in via di allontanamento dal nucleo originario e alla ricerca di propri territori.
Un buon quadro storico - sintesi di aspetti biologici, culturali e di documentazione storica - relativa alla specie in provincia di Rieti è quello presentato nel volume di G. Cammerini: Il Lupo nella Provincia di Rieti" del 1998 (ed. Amm. Prov.le Rieti).
Questo territorio, con maggior intensità dalla seconda metà degli anni '90, é stato oggetto di monitoraggio della presenza della specie col cosiddetto "metodo naturalistico" mentre risulta mai esperito un tentativo di stima o di valutazione di presenza/assenza con il metodo del wolf-howling.
L' impostazione di questo metodo, basata su una sperimentazione diretta che aveva come gruppo di riscontro un branco di lupi appenninici in condizioni di semi cattività, può essere rilevata dal documento dal titolo "Il censimento del lupo e del cane inselvatichito attraverso la tecnica del wolf-howling sul territorio italiano", presentato originariamente al I Seminario italiano sui censimenti faunistici di Urbino nel 1982.
Dai sopralluoghi preliminari effettuati sul territorio della Riserva Naturale Monti della Duchessa e dintorni, finalizzati alla predisposizione di un programma operativo di indagine sulla presenza del lupo, e dalla raccolta di dati che il personale della Riserva Naturale documenta e archivi a da diversi anni, è emersa tanto la testimonianza di una presenza del lupo, apparentemente assidua se non addirittura costante, quanto una sostanziale assenza di cani vaganti. Dato, quest'ultimo, confortato dal ridotto numero di richieste di indennizzo per danni alla zootecnia pervenute recentemente alle Autorità preposte.
Dal sommario generale emergono in definitiva alcune "problematicità" di fondo:
- una stima assolutamente incerta, sia in termini di consistenza che di densità, SIa In termini di periodi d'uso di questo territorio rispetto all'arco dell'anno;
- assoluta incertezza (elemento viceversa di primaria importanza) sulla possibilità che il territorio della RN Monti della Duchessa possa essere sede di eventi riproduttivi;
- l'opportunità di una prima applicazione del metodo del wolf-howling, che andrebbe ripetuta almeno altre due volte nell'anno (una nel periodo estivo), con coerente formazione del personale all'uso di questa tecnica (periodi, strumentazione e modalità tecnicooperative in relazione all'eco-etologia della specie);
- l'esigenza di elaborare un programma di attività, interventi e di indagini, anche se svolti da diversi soggetti specializzati, ma gestito e coordinato da un Ente, così da facilitare l' indirizzo, il coordinamento e la supervisione delle scelte per la conservazione della specie.
Testo a cura di Giorgio Boscagli