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Articolo pubblicato sulla rivista ENCI "I Nostri Cani" - n°5 - Maggio 2009
a cura di Sara Rosa Dioguardi

www.enci.it La meravigliosa avventura di un grande cinofilo olandese

Così il cuoco Saarloos creò il suo lupo
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Allevando e facendo riprodurre figli da un pastore tedesco ed una lupa ottenne esemplari che furono a loro volta ulteriormente selezionati.
Le caratteristiche di una razza da pochi conosciuta e non adatta a tutti

Donatella de Daim Pre

Donatella de Daim Pre - Età nella foto 2 mesi

Leendert Saarloos (1884-1969), ideatore della razza omonima, cuoco di professione e appassionato di etologia e di genetica, negli anni riuscì a collezionare lupi, volpi, sciacalli, scimmie, gatti, persino leoni e tanti altri animali delle specie più disparate. Le conoscenze di genetica che L. Saarloos possedeva lo portarono a tentare, fra le altre cose, un incrocio tra uno sciacallo ed uno Spitz. Ottenne risultati soddisfacenti fino al 1969, anno della sua morte. I suoi collaboratori, però, non conoscevano bene i segreti del suo lavoro e quando si arrivò all’ottava generazione si scoprì che ci si trovava in presenza di esemplari infecondi. Nella sua vita L. Saarloos fu quasi ossessionato dall’idea dell’incrocio fra lupo e cane perché riteneva ormai i suoi amati Pastori Tedeschi cani troppo manipolati dall’uomo, quindi decise di voler ritrovare la rusticità creando una nuova razza, al fine di creare un cane migliore. Portò così avanti ostinatamente i suoi tentativi. Accoppiò così nel 1932 il suo Pastore Tedesco maschio, Gerard van der Fransenum, con una lupa europea, Fleuri, concessa dallo zoo di Amsterdam. Nel corso di una scrupolosa e rigida selezione arrivò ad ottenere dei buoni soggetti, equilibrati, contenente solo un quarto di sangue del lupo. Creò così una nuova razza da lui chiamata “Cane Lupo Europeo”. Selezionò e “mescolò” le qualità del cane domestico e quelle del lupo selvatico, nell’intento di ottenere un lupo che fosse amico dell’uomo. Oltre che sulla selezione del carattere, puntò sulla selezione morfologica. Durante la guerra parecchie razze furono riconosciute ufficialmente; fra queste il “Drentse Spaniel”, lo “Staby Dog” e il “Wetterhiund”. Fu a quell’epoca che L. Saarloos ricevette la visita di una commissione incaricata di accertare le condizioni necessarie al riconoscimento. Nonostante i cani fossero tutti facilmente identificabili, gli incroci avvenissero sotto stretto controllo e il sistema di registrazione fosse perfetto, i membri del comitato restarono negativamente impressionati da altre circostanze. Un chiasso assordante prodotto dai cani lupo, volpi, sciacalli, scimmie, dal leone e da altri animali; il cattivo odore del cibo mescolato a quello penetrante degli animali, non costituirono un buon biglietto da visita agli occhi della delegazione. Si aggiunga che a quel tempo la stampa si era accanita contro i cani lupo, accusandoli di essere pericolosi. Nonostante tutte le difficoltà degli anni della guerra, L. Saarloos riuscì ad andare avanti con 30 o 40 esemplari e lavorò per consolidare la stabilità già ottenuta. Il cane da lui creato non poteva certo essere considerato un super cane da difesa. Il lupo è per natura sospettoso, conduce vita appartata e preferisce fuggire piuttosto che attaccare; non dimostra aggressività nei confronti dell’uomo o degli altri cani lupo. Durante la guerra fu proprio questa mancanza di aggressività a salvare la vita ai cani di L. Saarloos. Un ufficiale tedesco aveva manifestato l’intenzione di requisirli e di portarli sul fronte orientale per impiegarli in attività belliche, ma quando sparò un colpo di pistola per metterli alla prova i cani si diedero alla fuga. D’altra parte questo loro carattere presenta anche aspetti positivi: la diffidenza ereditaria dai lupi rende i Saarloos Wolfhound estremamente prudenti su terreni sconosciuti e ciò fa di loro cani particolarmente adatti alla giuda dei ciechi. Durante gli anni ‘50 molti esemplari di questa razza furono addestrati a questo scopo. Negli anni ‘60 il Cane Lupo di Saarloos divenne noto come cane da soccorso della protezione civile olandese. Nel corso della selezione furono utilizzate altre 2 lupe europee e a causa dell’incremento del sangue di lupo immesso, diventò evidente che la razza non era più utilizzabile né come cane da lavoro e né come cane-giuda. Dopo la morte di L. Saarloos, nel 1975, fu riconosciuta la razza e la società olandese la denominò in onore del suo fondatore “Saarloos Wolfhound”, ossia in italiano “CANE LUPO DI SAARLOOS”.

Giulia Dolce de Louba-Tar

Ch. Giulia Dolce de Louba-Tar - Età nella foto 3 anni

Il Cane Lupo di Saarloos ha una struttura robusta, il suo aspetto esterno (la costruzione del corpo, il movimento e il mantello) deve ricordare quelle di un lupo. La sua costruzione è armonica con arti lughi. In ambito espositivo la valutazione morfologica del C.L. di Saarloos dovrebbe essere svolta durante il movimento del soggetto per far sì che quest’ultimo mostri in totale naturalezza le sue doti fenotipiche, al contrario di qualsiasi altra razza in cui la valutazione morfologica viene effettuata “da fermo”, nella classica posizione da mostra. Nel C.L. di Saarloos, il giudizio “da fermo” deve essere effettuato solo per pochi dettagli non visibili in movimento, quali: il colore e la posizione degli occhi, la dentatura, e altri aspetti. Il C.L. di Saarloos è un tipico trottatore, instancabile, che può coprire lunghe distanze mantenendo il proprio ritmo. Possiede un’andatura assai caratteristica che ricorda molto quella del lupo. Caratterialmente si presenta come un cane vivace, energico, amorevole, orgoglioso e indipendente. Egli obbedisce secondo la sua libera volontà, senza essere mai sottomesso. Verso il suo padrone è dedito al 100% e affidabile. Al contrario, verso gli estranei è diffidente e sospettoso. La sua timidezza, che gli deriva direttamente dal lupo, in situazioni di forte tensione si trasforma in esigenza di “fuggire” per mettersi al sicuro. Queste caratteristiche sono proprietà tipiche della razza, che si devono mantenere nel corso della selezione. Quando degli estranei si approcciano con un Cane Lupo di Saarloos, devono armarsi di una grande pazienza e comprensione nei confronti di questi particolari cani che portano in eredità il sangue del lupo, comportandosi come tale. Se un soggetto venisse costretto ad essere avvicinato da un estraneo, ecco che la volontà di fuggire da esso prenderebbe il sopravvento in lui. L’uso del guinzaglio, strumento che gli delimita la libertà, può far apparire il cane nervoso. Estremamente intelligenti, non sono però sottoposti a alcuna prova di lavoro perché non adatti. Apprendono con una facilità incredibile; sono dei grandi osservatori, riuscendo ad acquistare tecniche e usi umani per raggiungere i propri scopi. Non bisogna trovare un’attitudine al lavoro, ma possono essere semplicemente essere considerati degli ottimi cani da compagnia. Il Cane Lupo di Saarloos è un cane equilibrato, mite. Nel suo ambiente si dimostra fiero e coraggioso. Con i bambini è innocuo e molto paziente. Esso deve essere ritenuto a tutti gi effetti un membro della famiglia; per avere un soggetto equilibrato bisogna renderlo partecipe della vita familiare. Non è privilegio comune essere un adatto proprietario un C. L. di Saarloos; bisogna avere pazienza e costanza, ma anche molto tempo da potergli dedicare. Una volta instaurato un feeling tra il proprietario e il Saarloos, si dimostrerà devoto, un vero compagno. Il Cane Lupo di Saarloos è una razza tutta da godere e da scoprire soprattutto per gli appassionati di etologia.

 

Sara Rosa Dioguardi

 

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